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POLITICHE ATTIVE: e se l'UTENTE non ne vuole proprio sapere di un percorso di Orientamento?

GUIDO da RAVENNA ci scrive: "Sono un Case Manager di nota APL e sappiamo che oggi viviamo il "boom" del Progetto GOL. Vorrei sapere se capita anche voi di incontrare spesso utenti che, pur essendo obbligati a seguire il percorso, non ne vogliono proprio sapere..."


POLARIS risponde: "Eccome Guido, eccome! E alzi un polverone che è un cruccio - credo - per molti professionist* impegnat* in questi incontri.


Innanzitutto ritengo che occorra fare chiarezza e spiegare che è proprio cosi: chi è percettore di ammortizzatore sociale (ad esempio la Naspi), per il principio della condizionalità - quindi per potersi assicurare di ricevere l'assegno mensile - è obbligat* a seguire il percorso (non corso, come spesso alcuni definiscono gli incontri GOL).


Abbiamo già toccato in parte questo argomento durante una precedente risposta condivisa in questo blog (riporto di seguito il link: https://www.academyorientamento.com/post/politiche-attive-come-rendere-un-servizio-di-qualita)

perchè la sfida è poi, nonostante il pregiudizio iniziale, offrire un percorso di qualità!


Che a maggior ragione in questi casi, inizia ancora prima che dalla condivisione degli strumenti scelti, ovvero dall'instaurazione di un rapporto di fiducia reciproca!

Spesso chi è cosi ostile a un percorso di Orientamento è perchè ne ha già seguiti altri di cui non è rimast* content*, oppure ha sentito dire da amici e parenti che non serve a niente, ecc...


Il passato è passato!


Noi siamo li davanti a lui o lei per offrire un servizio, sarà anche obbligatorio ma già che ci siamo sfruttiamo al meglio il tempo a disposizione... e lo facciamo capire a chi deve ricevere questo servizio!

Se in passato gli standards non sembrano essere stati all'altezza...capiamo cosa è successo e rileviamo i bisogni attuali.

Se c'è un passaparola negativo, cerchiamo di capire quali erano le aspettative effettive e cosa è stato realmente fatto...per comprendere cosa si può fare in meglio.


Il mondo dell'Orientamento è talmente vasto che è davvero difficile esaurire gli argomenti a disposizione e in questi casi ancora prima di calibrare eventuali tecniche, stiamo con la persona che abbiamo davanti (anche se manifesta palesi barriere della comunicazione), perchè se si trova nella situazione di cercare lavoro siamo li per essere utili per trovare insieme strade che evidentemente non sono state ancora percorse e potrebbero essere interessanti per quel determinato profilo.


Senza il reciproco patto di fiducia comunque non si va tanto avanti, questo è il presupposto fondamentale da cui partire e condividere l'intenzione da parte nostra di offrire un valore aggiunto concreto, con la ferma intenzione di andare oltre il passato derivante da altre esperienze.


E VOI COSA NE PENSATE?

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