“Prenditi una pausa, ma...non buttare via il tuo tempo”. In questo periodo dell’anno nel mondo occidentale prendersi una pausa, per quanto limitata, è ormai una tradizione più che una necessità. Già ma cosa vuol dire il detto “Agosto non ti conosco”? In senso libertino è fare quel che si vuole, ma in senso profondo ? “Il tempo è denaro ed è una risorsa limitata” dice uno degli assiomi di “One minute manager” di Kenneth Blanchard e Spencer Johnson. Allora in vista della meritata pausa estiva comincio a dare un paio di suggerimenti: fate qualcosa di nuovo senza spegnere il cervello, altrimenti dopo è ancora più difficile tornare al lavoro. Gli antichi dicevano che c’è un tempo per la pazienza e per la semina differenziata, il cosiddetto tempo di maggese che poteva durare da sei mesi a un anno in modo che il terreno potesse “rifertilizzarsi”. Sappiamo che al cervello umano può servire molto meno o molto di più...dipende dal trauma e dall’esercizio. Restiamo ottimisti e pensiamo creativo per cui partiamo dal presupposto che al momento di uscire dall’ufficio per l’ultima volta prima delle vacanze non avremo risolto tutti i problemi e ci sarà ancora qualcosa di seccante (oltreché di bello) che ci aspetterà al rientro. Già ma che fare nel frattempo ? Ci sono tanti modi per distrarsi: i più gettonati sono fare un viaggio o dedicarsi alle cose per cui non c’è mai tempo tipo affetti o hobby. Io ne aggiungo una terza: fate qualcosa di pazzo che vi piaccia, che non osate fare, che vi faccia perdere il senso del tempo e vi faccia uscire da voi stessi, dimenticandovi di chi siete...Che sia un’attività manuale, un viaggio di volontariato, una o più serate pazze, purché sane. Una cosa è certa: se la fate bene al ritorno saprete come risolvere alcuni dei grandi problemi che vi tormentano perché non pensandoci avrete posto la necessaria distanza da loro fino a farli diventare piccoli e risolvibili. Buona estate di...sana pazzia!
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La ScopertaAlessandro Maciocci
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