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Il diritto di non piacere (e di piacere davvero a chi ci somiglia)

Quante volte, dopo una lezione o un incontro con un cliente, mi sono chiesta se fossi piaciuta.

È un pensiero comune, credo, per chi lavora con le persone: voler piacere a tutti.

Ma a un certo punto ho capito che questo bisogno è una trappola.

Che si tratti di un’aula piena di allievi o di clienti che potrebbero scegliere un altro professionista, spesso sentiamo il bisogno di essere apprezzati, capiti, riconosciuti.

Eppure, oggi scelgo di esercitare il diritto di non piacere.


Accettare una realtà semplice

Parto da un presupposto tanto semplice quanto liberatorio: non posso piacere a tutti.

Per molto tempo questo pensiero mi ha tormentata. Mi sono chiesta se non fossi abbastanza efficace, simpatica o empatica. Se non avessi “quel qualcosa” che conquista tutti.

Ma la verità è che non esiste una versione di noi capace di andare bene per chiunque.

Lo si capisce fin dai primi momenti in cui si incontra una persona: in aula, in una consulenza, o anche solo in una conversazione.

Quando voler piacere diventa una trappola

Ho imparato che nel voler piacere a tutti a tutti i costi, si rischia di diventare banderuole che cambiano direzione a seconda del vento; si perde autenticità, energia, e alla fine si smarrisce anche il senso del proprio lavoro.

Il non piacere a tutti, invece, mi ha portata a farmi un’altra domanda: a me, cosa piace davvero? Cosa sento utile condividere, perché lo è stato prima di tutto per me?

Se quello che propongo non è utile a tutti, va bene così, ci saranno altre strade, altri professionisti, altre parole più adatte a chi cerca qualcosa di diverso.

Ritrovare la propria direzione

Accettare di non piacere a tutti mi aiuta a concentrarmi su chi è in sintonia con me, con il mio modo di pensare e di lavorare; con chi condivido valori, ritmo, linguaggio.

Perché inseguire chi trova altrove ciò che lo aiuta di più? Perché sprecare energia a evidenziare ciò che non raggiungiamo, invece di nutrire ciò che funziona?

La libertà dell’autenticità

Il diritto di non piacere si trasforma così nel diritto di piacere davvero — a chi è sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Con queste persone il lavoro diventa più fluido, la comunicazione più immediata, la gratificazione più autentica.

Sapere che non piaccio a tutti mi permette di restare fedele a ciò in cui credo.

E più radicata sono in questo, più attraggo chi condivide la stessa direzione.

🌱 Conclusione

Non piacere a tutti non è un limite: è una forma di rispetto, per me e per gli altri: è il modo più sincero per dire: “questa sono io”.

E proprio per questo, alla fine, piaccio davvero — a chi mi riconosce per quella che sono e per ciò che propongo.

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