La parola “Rigenerarsi” suscita una richiesta di rallentamento dove mente e corpo si riposano, si ricaricano e si rigenerano con la lentezza. Viene in mente “Lentezza” di Milan Kundera (il Gigante che poco fa ha poggiato per terra l’insostenibile leggerezza dell’essere per lasciarci la mancanza di un grande intellettuale contemporaneo) e la sua riflessione su come ci rallentiamo quando dobbiamo dare attenzione a qualcosa o qualcuno, quando dobbiamo guardare bene, ascoltare bene anche se stiamo camminando in fretta ci rallentiamo e addirittura ci fermiamo.
La rigenerazione parte da dentro, quando si rallenta e ci si ferma per cercare e arrivare alle risorse interiori che spesso nella fretta quotidiana si dimentica di avere. Le attività di ogni giorno rappresentano le passioni e il senso che si dà a ogni istante della vita, ma ciò non sostituisce la necessità di rallentare e fermarsi per rigenerare le forze e le idee in modo da poter riprendere e continuare il ritmo in maniera costante ed efficace.
Fermarsi è una tappa fondamentale di qualsiasi percorso, sia esso un progetto di lavoro o il raggiungimento di un obiettivo personale. Fermarsi permette alla calma di bilanciare l’esplosione di energia che scaturisce dal fare, dall’agire. È proprio in un momento di stop che avvengono i grandi cambiamenti.
Nel sud del Giappone, lungo il fiume Nishiki, esiste una stazione ferroviaria che non ha né entrata né uscita, non ha una biglietteria, non ha un bar e nemmeno una sala d’attesa. I treni si fermano a fianco della banchina e i passeggeri possono scendere, ma poi non possono andare da nessuna parte e per allontanarsi devono aspettare il treno successivo. Vicino non ci sono attrazioni turistiche, non c’è una città o un paese da visitare. La stazione si chiama “Seiryu Miharashi Eki”, che si traduce come “piattaforma di vista del fiume”, ed è stata pensata con la sola funzione di ricordare alle persone l’importanza del fermarsi. Se ci si trova su quella banchina di cemento, non si può fare altro che lasciar vagare lo sguardo e contemplare la natura incontaminata, assaporando il silenzio circostante. Questa stazione ha la funzione di ricordarci che a volte il silenzio e la riflessione sono fondamentali per resistere e per ripartire, rappresenta un’occasione per sottrarsi alla frenesia del quotidiano per pensare, riflettere, guardarsi dentro e riprendere il contatto con se stessi. Chi decide di salire su quel treno sceglie, almeno per qualche istante, di ribellarsi alla frenesia della vita di tutti i giorni attingendo alla bellezza dell’ambiente.
Il tempo della vacanza è soprattutto una condizione mentale che deriva dalla tranquillità e dalla consapevolezza del bisogno di un momento di stop per rilassarsi e non fare nulla che si fa di solito. Uscire quindi dalla routine quotidiana è un modo per riscoprirsi e guardare in un secondo tempo ciò che si è fatto da lontano cogliendone aspetti positivi e negativi.
Breve elenco di cose da fare in vacanza assolutamente: cazzeggiare (se si può dire); fare qualcosa che non si è mai fatto; fare qualcosa che faccia perdere la nozione del tempo; ridere, leggere, non fare assolutamente nulla per mezza giornata almeno. Insomma, fare qualcosa che ci faccia stare assolutamente bene e ci aiuti a riscoprire la parte giovane, fanciulla e libera di sé stessi.
Scritto da:
Alberto Leproni
Paola Castaldelli
Giorgia Compagno
Shirin Abbassiasbagh
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