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Immagine del redattoreShirin Abbasiasbagh

"NOIA", ma quanto mi manchi?!

Non ricordo di aver sentito parlare un granché bene di noia. Non ricordo di averne sentito parlare con affetto e apprezzamento. La noia non piace, non è tanto amata né sopportata. Si cerca di scapparne, chi ne scappa avrà inventato il proprio modo per farlo.


Anche nella letteratura troviamo espressioni e definizioni più sparate in merito, da chi la sdegna considerandola sinonimo della “Pelandronite” (non cercate questa parola nel vocabolario, è una mia invenzione per definire chi vive nello stato perenne di un pelandrone) a chi sostiene che ne soffre solo chi è particolarmente dotato di intelligenza.


Personalmente non ho voglia di entrare nel discorso valoriale del concetto. Non la voglio per forza categorizzare come concetto o collocarla in una casella dei buoni o cattivi tra i valori e/o modi di essere o di sentire; mi concentro piuttosto su ciò che se ne può trarre. Per chi è in grado, chi è capace, la noia e lo stato di noia è il momento gravide di pensieri e idee nuove, il momento è lo stato di rigenerarsi, incontrarsi, sentirsi, dialogarsi, comprendersi. Ecco perché ho iniziato la frase sottolineando “per chi è in grado” perché entrare in contatto con se non è roba per tutti. Non si nasce capace a farlo, bisogna diventarlo e questo percorso essendo elaborioso, faticoso e spesso doloroso, non è per tutti.


Divenire in grado di entrare in contatto con sé, ascoltarsi, sentirsi, dialogarsi ... parte da una volontà ferrea per amarsi e di crescita profonda. Diversamente si rimane fermo nel punto di essere e si rimane un piccolo esserino miserabile che è bisognoso di aggrapparsi costantemente alle cose e persone al di fuori di sé. Arrivare a poter rivolgersi a sé, all’interno di sé, a poter trarre benefici dalla noia è il privilegio riservato a pochi che decidono e arrivarci, ad allenarci nel percorso tortuoso.


La narratrice di queste righe, sente profondamente mancanza di noia. Sta attraversando una fase intensa della sua esistenza che per motivi di forza maggiore non riesce a trovare momenti di libertà, momenti di noia da cui poter trarre vantaggio, scoprire idee, progetti, novità. Sente profondamente il sentimento di mancanza per la noia che è un dono nella sua esistenza e che augura ai lettori di essere, di diventare capaci a riscoprire, di apprezzare questo dono se la vita gli ha donato la fortuna di poterla sentire in quotidianità.

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