“Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli che avviciniamo. Essere ascoltati, ci fa aprire e espandere.”
Questa frase è stata la protagonista del post sui social dell’Academy di venerdì scorso. Karl Augustus Menninger, l’autore, sostiene l’estrema l’importanza dell’ascolto in una comunicazione. Noi tutti possiamo essere d’accordo con questo, ma quante volte ci è capitato di non sentirci ascoltati dalla persona che abbiamo di fronte? Diversi segnali ci hanno fatto capire la disattenzione del nostro interlocutore: lo sguardo perso o l’attenzione rivolta al cellulare. Quante volte, però, anche noi non abbiamo ascoltato davvero quando un’altra persona cercava di comunicarci? Magari preoccupati da altri pensieri, come dai problemi da risolvere nella nostra quotidianità.
Questo perché, in entrambi i casi, si parla di “sentire” e non di “ascoltare”. La differenza è che sentire non implica nessuno sforzo di attenzione, è la semplice funzione fisiologica dell’orecchio che percepisce i rumori provenienti dall’esterno; ascoltare, invece presuppone la messa in campo della nostra capacità di attenzione in modo tale da poter rimanere focalizzati sull’altro e su ciò che sta cercando di comunicarci. È come quando metti la televisione in sottofondo mentre cucini rispetto a quando ascolti una canzone che ti piace prestando attenzione alle parole. Nel primo caso non sapresti neanche fare il riassunto di quello che hai sentito, nel secondo caso, invece, ascolti cosa dice il cantante, ti emozioni e magari nella tua testa passano dei ricordi.
Come ti senti quando parli di un tuo problema e vieni subito interrotto da qualcuno che ha già la soluzione? Può essere il tuo capo oppure il tuo partner che sminuisce il tutto dicendoti cosa dovevi fare quando in realtà ti stavi solo sfogando.
Come qualsiasi soft skills, anche l’ascolto attivo può essere appreso e incrementato, anche perché se vuoi comunicare devi essere in grado di ascoltare, è alla base della creazione di rapporti interpersonali positivi basati sul sincero interesse per il mondo dell’altro e, soprattutto, l’astensione del giudizio da parte di chi ascolta. La mancanza di questo può portare ad una serie di problemi che possono rendere i rapporti con gli altri più difficoltosi e provocare cose come incomprensioni, conflitti o una comunicazione non efficace.
Facilitare l’ascolto attivo non è difficile, bisogna solo impegnarsi a fare alcune cose come: stare in silenzio, ascoltare e non interrompere; guardare la persona con cui si sta comunicando e mostrarle interesse; prestare attenzione a ciò che dice e a come lo dice; rispettare ed accettare, non partire con il pregiudizio; essere flessibili e aperti, lasciandosi coinvolgere dal mondo dell’altro; chiedere conferma all’altro di quanto abbiamo inteso.
Mettendo in atto questi comportamenti diventa molto più semplice la connessione con il mondo dell’altra persona, l’ascolto aumenta diventando più completo e consapevole.
Una volta compreso chi abbiamo di fronte non sarà difficile costruire una comunicazione adatta a lui.
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