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Fatti non foste a viver come bruti...

Mi trovo spesso a confrontarmi con situazioni in cui le persone (clienti o colleghi) raccontano di situazioni difficili da vivere all'interno dei propri contesti lavorativi; questo porta inevitabilmente a una demotivazione e a una perdita di senso per quello che si fa.


Le ragioni sono tante: mala organizzazione, difficoltà a interagire con il gruppo, mancanza di vision, discostamento con il proprio sistema valoriale.

Anche io ho vissuto direttamente circostanze simili, con il rischio di toccare un annichilimento del proprio operato e persino della propria identità!


"Fatti non foste a viver come bruti", scriveva Dante raccontando di Ulisse, che non si accontentava. Vero è che nel suo caso si parlava di tranquillità domestica - quella che modernamente chiameremmo "zona di confort" - ma andando più in profondità, si può dire che vivesse una mancanza di stimoli che appiattiscono il proprio essere.

Ed è un attimo cadere nella lamentela, nella pretesa e nell'accusa di quello che non ci piace e da cui vorremmo andarcene, puntando il dito su quanto ci circonda; ed è una facile tentazione rimanerci in questo loop!


Quello che si definisce il metaprogramma "via da" è utile per portare alla nostra attenzione quello che deve essere cambiato, a patto che non diventi uno status perenne. Può diventare un trampolino per chiederci cosa desideriamo al posto di ciò che non vogliamo, cosi che in ogni contesto in cui ci possiamo imbatterci (lavoro, relazioni, ecc...) possiamo scegliere di contattare le nostre intuizioni, le nostre idee, le nostre risorse per portare un cambiamento in meglio.

Operare nel valore del tempo e delle energie a nostra disposizione può convertirsi in azioni quotidiane, cambiamento di atteggiamento, fiducia nelle intenzione che, finchè ci troviamo nel loop rancoroso, siamo i primi a non valorizzare.

E una scelta che possiamo compiere senza dubbio per noi stessi, ancora prima di aspettarci un cambiamento negli altri; una scelta che ci permettere di non rimanere nella "zona di confort" che ci siamo inconsapevolmente scavati e che ci consente di andare oltre quello che ci sembra cristallizzato o scontato... "...per seguir virtute e canoscenza"


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