Quante volte ce la siamo detti questa frase, quante volte abbiamo speso un sospiro per rimandare la felicità al momento che saremo in quel particolare modo o l’altro, a quando avremo avuto questo o quello, a quando avremo fatto chissà cosa ecc …
Recentemente va molto di moda esprimere in mille modi diversi quanto sia fondamentale vivere nel qui e ora; sapersi godere il presente e vivere nel presente e fin qui tutto va bene e immagino che il concetto metta abbastanza d’accordo tutti, ma poi viene in mente il punto interrogativo riguardo i nostri obiettivi: e quindi come mi devo sentire rispetto ai miei obiettivi? Se devo vivere nel presente e godermi il qui e ora, quale sarà la forza trainante che mi deve incoraggiare alla fatica per raggiungere un obiettivo definito?
Forse tutti o quasi abbiamo esperimentato almeno una volta nella nostra vita la sensazione del vuoto, un vuoto totale, dopo aver raggiunto un obiettivo tanto desiderato. Fine scuola, esame di maturità, esame/discussione della laurea, ottenimento di un contratto di lavoro, promozione professionale, raggiungimento del peso forma, cintura nera in qualche arte marziale, avviare un’impresa e altri esempi dei più variegati obiettivi per cui abbiamo sofferto e faticato a lungo e poi una volta raggiunti ci rimaniamo con il solo dire: e quindi?!
A volte questi obiettivi sono così impregnati in noi per la cultura e le norme sociali che neanche noi ci rendiamo conto che quella roba lì non è esattamente ciò che vogliamo. Se per esempio avere una laurea non generasse una buona reputazione nella società, voglio vedere quante persone ancora si iscriverebbero all’università. Si laureano anche tante persone che non ne hanno bisogno per ciò che vogliono fare, ma tante volte chi non ce l’ha questo titolo soffre di un certo senso di inferiorità! Oppure tante persone che seguono un’alimentazione curata e fanno palestra regolarmente, spesso sono indotte a farlo per entrare in un modello e canone accettabile dalla società e non perché tengono alla loro salute visto che si potrebbe anche godere di buona salute senza frequentare la palestra mettendolo tra le principali priorità della vita, e non sto parlando di atleti professionisti.
Un obiettivo ben definito è quello che ci rende felici in ogni istante del suo percorso e in ogni istante della realizzazione. Se io seguo una certa alimentazione perché tengo alla mia salute, mi godo ogni bicchiere d’acqua che bevo, ogni piatto di verdure che preparo e gusto, ogni pacchetto di patatine a cui rinuncio genera in me un senso di soddisfazione, non la frustrazione. Io sarò felice per ogni etto di peso che perdo e per ogni miglioramento che noto nelle mie esercitazioni in palestra. Invece, se avrò scelto l’obiettivo per sembrare accettabile nella società soffrirò ogni pasto “sano ed equilibrato” che per me è immangiabile, soffrirò ogni piccolissima rinuncia e non sarò mai felice finché perderò proprio l’ultimo, ultimissimo etto di peso che dovrò perdere e forse in quel momento proverò una breve gioia per poi tornare allo stile di vita che amo e finirò per riprendere tutti gli etti persi e anche di più!
Se non sto studiando nel percorso accademico che amo davvero ma solo per entrare nella categoria delle persone laureate, ogni esame è un macigno che mi tolgo di dosso senza mai provare la gioia e la soddisfazione di ogni passo che sto compiendo. Dopo aver ricevuto la laurea guarderò quel “pezzo di carta” per poi dirmi: e quindi?
E quindi la risposta sta in una bussola che abbiamo dentro di noi: uno strumento meraviglioso e impeccabile che non sbaglia mai, cioè la nostra felicità! Bisogna ricordarsi che l’essere umano è perfettamente in grado di capire e sentire se si trova nel posto giusto, nella situazione giusta e nella dimensione giusta per sé. Quando ci sentiamo a nostro agio siamo allineati e ci sentiamo felici, possiamo essere sicuri che siamo sulla strada giusta verso l’obiettivo giusto.
Dobbiamo imparare ad ascoltarci bene, guardarci bene dentro e seguire la nostra bussola di felicità.
Grazie Shirin, come sempre acuta nelle tue riflessioni! Mi viene in mente una frase secondo me preziosissima di Etty Hillesum: "la via è la meta!"