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Immagine del redattoreShirin Abbasiasbagh

Perché il Percorso dell’Orientamento?

Prima domanda che ci facciamo o ci viene fatta quando ci troviamo davanti al futuro: Cosa vuoi fare da grande? In un video avevo spiegato (andatelo a cercare sul nostro canale YouTube) che invece la domanda giusta è: Chi vuoi essere? Chi vuoi diventare?


Per trovare la risposta serve conoscersi, serve capire chi siamo, come siamo fatti e di solito non serve pensarci per arrivare alla risposta perché a livello mentale l’idea che abbiamo di noi spesso e volentieri è falsata. È falsata in positivo da tutto ciò che ci raccontano le persone che ci amano, i genitori per cui siamo il meglio nel mondo, i nostri amici che non vorranno mai dirci dove sbagliamo e tutto ciò che siamo e facciamo è perfetto. È falsata in negativo se pensiamo ai nostri errori, fallimenti, gaffes, a qualsiasi obiettivo non raggiunto. Se pensiamo a noi con occhi severi arriviamo ad avere una pessima idea di noi.


Quindi cosa bisogna fare?


L’approccio giusto è Osservarci. Ci osserviamo attraverso dati di fatto, osservando le nostre decisioni passate, osservando i risultati concreti ottenuti, osservando le scelte quotidiane, osservando le persone che ci siamo avvicinate, osservando l’effetto che abbiamo creato nel piccolo mondo intorno a noi e via dicendo.


Nel percorso dell’Orientamento ci sono strumenti specifici che ci danno il modo di poter Osservare chi siamo. Quali interessi e capacità possediamo, in che modo ci relazioniamo, in che modo prendiamo (o non prendiamo) le decisioni, in che modo facciamo le nostre scelte, cosa scegliamo ecc.


Ora riprendo i concetti di “Ordine” e “Caos” che tiene in grande considerazione Jordan Peterson nelle sue argomentazioni e li applico in questo contesto: Ordine è dove ci troviamo, nel nostro angolo sicuro mentre invece il Caos e dove vogliamo arrivare, non abbiamo una conoscenza completa di come sarà e come saremo noi in quel punto. Quindi da dove cominciamo? Gettiamo la spugna e rimaniamo dove stiamo? Non è un granché come decisione, guardarci intorno ci fa capire subito che togliersi la possibilità e l’opportunità di vivere e crescere non paga.


Ecco ancora una volta che un percorso ben strutturato di Orientamento ci salva; e in che modo? Dandoci le certezze, conoscenze su di noi che riducono al minimo il totale del rischio. È ovvio che in ogni decisione esiste una percentuale di rischio, abbassando la parte del rischio che dipende da noi, possiamo abbassare la percentuale di rischio in totale. Con una buona conoscenza di noi, con mezzi efficaci nelle nostre mani saremo attrezzati al meglio per affrontare ciò che scopriamo nel percorso dall’esterno, ciò che nell’esterno non va secondo i nostri piani o le previsioni.


È fondamentale ricordarci che nella vita non possiamo mai fare un passo con conoscenza totale, certezza assoluta di come avverranno le cose. Possiamo solo ottenere la certezza di ciò che dipende da noi e creare “Ordine” interno e farci forza grazie a questa conoscenza e “Ordine” per affrontare parte incognita del percorso e il “Caos” del mondo esterno nella carriera e anche nella vita nella sua complessità.


*Questo articolo è stato scritto con uno sguardo alle “12 Regole per la Vita” di Jordan Peterson e la puntata numero 13 del percorso Élite di Luca Romito.

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