Ogni mattina schizzavo in un taccuino un piccolo disegno circolare, un mandala, che sembrava corrispondere la mia condizione intima di quel periodo. Con l’aiuto di questi disegni potevo di giorno in giorno osservare le mie trasformazioni psichiche. Solo un po’ per volta scoprii che cos’è veramente il mandala: formazione, trasformazione della mente eterna, eterna ricreazione e questo è il Sé, la personalità nella sua interezza.
Carl Gustav Jung
Sono sicura che tutti voi abbiate sentito parlare dei Mandala, chi a scuola, chi nella meditazione o chi semplicemente su Internet tramite delle bellissime immagini di Mandala realizzati. Ma sapete come nascono e a cosa servono?
I mandala hanno avuto origine in India migliaia di anni fa come aiuto per certe pratiche meditative avanzate buddhiste e indù, e al giorno d’oggi sono entrati a far parte della coscienza collettiva. All’inizio del XX secolo Carl Gustav Jung, psicanalista svizzero, introdusse i mandala nel pensiero occidentale come uno strumento terapeutico per esplorare l’inconscio. Jung sosteneva che il mandala fosse la forma ideale per rappresentare il proprio Sé nel cosmo, e che sia questo rappresentasse un essere divino o se stessi la disposizione degli elementi rappresentati all’interno dei cerchi potesse mostrare e dare forma al proprio spazio interiore.
La parola “mandala” fa parte della lingua sanscrita che deriva a sua volta dal tibetano. Se la scomponiamo possiamo vedere che “manda” significa “totalità”, mentre “la” significa “colui che possiede l’essenza”. Tradotta letteralmente dal sanscrito significa “cerchio” o “ciclo” e riporta alla ciclicità dell’universo. Ed infatti, proprio il cerchio che indica la perfezione spirituale, insieme al quadrato che invece rappresenta l’armonia da raggiungere nel mondo materiale, sono le due forme che lo compongono.
E allora ci possiamo chiedere a cosa servono i mandala nella vita di tutti i giorni?
Nella nostra vita ci sono momenti in cui capita di allontanarci troppo dal nostro centro e di perdere di vista il nostro benessere per colpa di ansia, stress ed eccessive preoccupazioni che non ci fanno vivere in modo sereno, ecco la pratica del mandala serve proprio a questo: mettere in relazione il nostro centro con tutto quello che accade intorno ed è proprio per questo che si parte sempre dal centro sia per colorarlo che proprio per disegnarlo, perché tutto parte da noi. La pratica di colorare un mandala consente alla tua mente di prendersi una pausa dai pensieri quotidiani, dalle ansie e preoccupazioni. Quest’attività infonde pace e tranquillità, ma mette in funzione anche la parte creativa del nostro cervello, che spesso tendiamo a trascurare nella vita quotidiana ma che è fondamentale. Colorare consentirà di dar voce all’emisfero destro, di sprigionare le idee che spesso lasciamo correre durante le nostre giornate piene di lavoro e di cose da fare, infatti l’ideale sarebbe proprio quello di ritagliarsi mezz’oretta verso sera per colorare il nostro mandala al fine di scaricare lo stress accumulato durante la giornata.
Ognuno di noi può scegliere se disegnare il proprio mandala o anche solo colorarne uno già disegnato, magari partendo da uno più semplice per poi arrivare man mano a disegni più dettagliati che richiedono più tempo e più precisione. Di mandala realizzati né esistono veramente tanti (ci sono proprio dei libri interi dedicati a questa pratica) e ci sono anche delle linee guida per iniziare a disegnarli noi, per esempio Selene Calloni Williams nel libro “IKIGAI ciò per cui vale la pena vivere”, scritto insieme a Noburu Okuda Dō, parla di diversi tipi di mandala che si possono iniziare a disegnare, come il Mandala del Successo, il Mandala del Divenire, il Mandala della Trasformazione Alchemica e molti altri …
Possiamo vedere questa pratica come non solo un momento di relax, ma proprio come una coccola che decidiamo di concederci dopo una giornata frenetica per staccare la nostra mente da pensieri che ci fanno perdere il nostro centro.
E adesso non ci resta che iniziare a colorare e a disegnare!
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