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Immagine del redattoreAlberto Leproni

"Caffè voluto, premio ottenuto"

Primi freddi, voglia di caldo e la jella è in agguato sotto forma di spiccioli assenti quanto i

colleghi a cui chiedere l’elemosina temporanea o pure loro sprovvisti della vecchia

ferraglia sonante. Aggiungete la pigrizia storica e il poco tempo a disposizione e capirete

che la “tempesta perfetta” è servita. Però quando la voglia è tanta non c’è “ma” che tenga.

E allora arraffo il soprabito e mi precipito al bar più vicino. (Lepro 1-Pigrizia 0). Poi però la

jella ci si mette ancora di traverso sotto forma di barista che di fronte ai 20 euro per un

caffè solo storce, educatamente, il naso (e ha pure ragione) e propone

“un croissant/cornetto/panino” no ? No, sorry già mangiato ma...all’improvviso noto sul

bancone una boule piena di cioccolatini rossi, simil “cuneesi al rhum” ma senza liquore,

abbinati pure a una lotteria. Ne prendo 5 (e crepi l’avarizia), a quel punto noto la barista

armeggiare dietro la boule per leggere bene: ok sono 2,50 quindi tre penne omaggio.

Lepro-Pigrizia 3-0 gioco-partita-incontro.

Il piccolo aneddoto su una “bega da cortile quotidiano” ci serve a ricordare che in fin dei

conti, “tutto ciò che vogliamo è dall’altra parte della paura”, che spesso e volentieri

coincide con la pigrizia dello stare in una comfort zone. Però bisogna stare attenti: le zone

confortevoli, soprattutto al lavoro, ma in generale per il pensiero, sono quelle che si

rivelano essere come le botti che le contengono, ma chiuse con i chiodi rivolti all’interno.

Solo con questa consapevolezza possiamo imparare a gestirle nel modo migliore per

evitare di esserne schiavi. Ora non si può sempre fare come chi sostiene che “già che fai

una cosa, fanne tre”, tuttavia aver presente che il primo e unico vero cambiamento che

possiamo ottenere parte da noi stessi ed è fondamentale per innescare tutti gli altri. Nel caso del caffè, la voglia è stata superiore alla pigrizia. E se si vuole davvero, (spesso) si può.

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1 Comment


Paola  Castaldelli
Paola Castaldelli
Nov 29, 2023

Questo spunto di riflessione mi ricorda proprio un episodio analogo vissuto durante una mia docenza: un allievo arrivato giusto qualche minuto in ritardo alla lezione perchè voleva a tutti i costi prendersi il caffè mattutino, senza il quale non si sarebbe davvero svegliato. E dopo caffettiera domestica rotta, macchinetta del caffè in ufficio che si era mangiata le monetine, bicchiere di carta perso nei meandri che aveva fatto scendere un caffè sprecato...era arrivato ad arrangiarsi a raccogliere l'agognato caffè in un recipiente di fortuna!

E' proprio cosi: siamo disposti a superare gli ostacoli sulla base di quanto davvero desideriamo raggiungere la meta, che sia per un caffè o per un obiettivo professionale!

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