Primi freddi, voglia di caldo e la jella è in agguato sotto forma di spiccioli assenti quanto i
colleghi a cui chiedere l’elemosina temporanea o pure loro sprovvisti della vecchia
ferraglia sonante. Aggiungete la pigrizia storica e il poco tempo a disposizione e capirete
che la “tempesta perfetta” è servita. Però quando la voglia è tanta non c’è “ma” che tenga.
E allora arraffo il soprabito e mi precipito al bar più vicino. (Lepro 1-Pigrizia 0). Poi però la
jella ci si mette ancora di traverso sotto forma di barista che di fronte ai 20 euro per un
caffè solo storce, educatamente, il naso (e ha pure ragione) e propone
“un croissant/cornetto/panino” no ? No, sorry già mangiato ma...all’improvviso noto sul
bancone una boule piena di cioccolatini rossi, simil “cuneesi al rhum” ma senza liquore,
abbinati pure a una lotteria. Ne prendo 5 (e crepi l’avarizia), a quel punto noto la barista
armeggiare dietro la boule per leggere bene: ok sono 2,50 quindi tre penne omaggio.
Lepro-Pigrizia 3-0 gioco-partita-incontro.
Il piccolo aneddoto su una “bega da cortile quotidiano” ci serve a ricordare che in fin dei
conti, “tutto ciò che vogliamo è dall’altra parte della paura”, che spesso e volentieri
coincide con la pigrizia dello stare in una comfort zone. Però bisogna stare attenti: le zone
confortevoli, soprattutto al lavoro, ma in generale per il pensiero, sono quelle che si
rivelano essere come le botti che le contengono, ma chiuse con i chiodi rivolti all’interno.
Solo con questa consapevolezza possiamo imparare a gestirle nel modo migliore per
evitare di esserne schiavi. Ora non si può sempre fare come chi sostiene che “già che fai
una cosa, fanne tre”, tuttavia aver presente che il primo e unico vero cambiamento che
possiamo ottenere parte da noi stessi ed è fondamentale per innescare tutti gli altri. Nel caso del caffè, la voglia è stata superiore alla pigrizia. E se si vuole davvero, (spesso) si può.
Questo spunto di riflessione mi ricorda proprio un episodio analogo vissuto durante una mia docenza: un allievo arrivato giusto qualche minuto in ritardo alla lezione perchè voleva a tutti i costi prendersi il caffè mattutino, senza il quale non si sarebbe davvero svegliato. E dopo caffettiera domestica rotta, macchinetta del caffè in ufficio che si era mangiata le monetine, bicchiere di carta perso nei meandri che aveva fatto scendere un caffè sprecato...era arrivato ad arrangiarsi a raccogliere l'agognato caffè in un recipiente di fortuna!
E' proprio cosi: siamo disposti a superare gli ostacoli sulla base di quanto davvero desideriamo raggiungere la meta, che sia per un caffè o per un obiettivo professionale!